IL NOSTRO PROGRAMMA

Gli anni difficili segnati dall’emergenza sanitaria ci hanno spinto a progettare un percorso amministrativo che metta al centro la persona e i suoi bisogni essenziali: concetto semplice e potente.

PRENDERSI CURA DEI CITTADINI

Questo percorso si basa sull’ascolto delle persone, delle loro esigenze, trasformandole in una visione di futuro fatta di obiettivi lungimiranti e di idee praticabili giorno dopo giorno.
Una filiera corta, un contatto diretto con i cittadini che anticipa i bisogni senza farli diventare emergenze.

20.000 ABITANTI ENTRO IL 2030

Cerea è situata geograficamente al centro della Pianura Veronese, deve essere all’altezza della propria collocazione, attuando politiche di sviluppo economico, sociale, sanitario e culturale in grado di farla crescere nel numero di abitanti, come naturale conseguenza del miglioramento della qualità della vita.
Il traguardo che ci prefiggiamo è il raggiungimento dei 20.000 abitanti da qui al 2030, risultato che saprà misurare la capacità di aver fatto diventare la nostra città il luogo dove giovani e famiglie intendono costruire il proprio futuro: non dobbiamo pensare che il processo in atto, che vede tanti giovani allontanarsi da Cerea per trovare altrove maggiori opportunità lavorative, sia ineluttabile.

PERCHÉ L’OBIETTIVO DI 20.000 ABITANTI? PERCHÉ TALE CRESCITA SARÀ INDICE DI BENESSERE E SVILUPPO

Questo numero rappresenta sia una misura della qualità della vita della nostra città ma anche un criterio di valutazione con il quale i nostri concittadini potranno giudicare il nostro operato.
Il fatto che negli ultimi 10 anni la popolazione sia cresciuta circa di sole 300 unità e che dalle ultime
rilevazioni sia già in atto un’inversione di tendenza con una popolazione in calo sono per noi un campanello d’allarme, numeri che indicano chiaramente come la nostra città stia rallentando e che è necessario riprendere al più presto un percorso di sviluppo assente ormai da troppo tempo.
Altro numero inesorabile riguarda le imprese: negli ultimi 10 anni le aziende ceretane sono
diminuite di 300 unità quando invece in molti altri paesi della nostra provincia si è assistito ad una crescita del numero delle stesse.
Questi non sono semplici numeri ma degli indici con cui misurare la qualità della vita, la vivacità del tessuto economico di un territorio o, al contrario, le difficoltà che lo attanagliano.

CAMBIO DI MARCIA

In vista dello scadere della validità delle misure straordinarie messe in campo dal governo per l’emergenza pandemica è necessario ricercare una nuova spinta economica, i fondi del PNRR da qui al 2026 potranno coinvolgere anche le nostre realtà comunali attraverso la realizzazione di investmenti importanti: saranno pubblicati diversi bandi sui quali va focalizzata la progettualità senza disperdere risorse, lavorando per obiettivi condivisi e investendo in termini di tempo e formazione. 

Altre opportunità saranno legate alle Intese Programmatiche d'Area, al Patto Territoriale della Pianura Veronese e ai nuovi obiettivi Comunitari 2021-2027, strumenti di finanza pubblica che ci accompagneranno nel corso dei prossimi anni.
Tutto ciò consentirà di pensare ad una rivisitazione urbanistica e sociale della nostra città, alla quale le nostre aziende potranno partecipare attraverso le proprie arti e professioni: si pensi solo alle opere di rigenerazione urbana, che possono recuperare e valorizzare interi quar-eri residenziali con reciproco vantaggio per imprese e proprietari, alle opere di adeguamento e messa in sicurezza degli edifici scolastici se non alla costruzione di nuovi plessi in grado di rispondere, con le nuove tecnologie disponibili, alla domanda di maggiore sicurezza per i nostri studenti e ad una esigenza di alta efficienza.

FERMI PER TROPPO TEMPO, SERVE PIÙ VIVACITÀ

A Cerea, dopo l’Area Exp, a livello economico non è stato fatto più nulla di rilevante, non ci mancano i settori strategici, dall’agricoltura all’arredamento, dalla logistica al manifatturiero, ma mancano le strategie.

I tributi si pagano, tanti e regolarmente, mancano però tasselli importanti di comunicazione e informazione su aiuti e finanziamenti che potrebbero arrivare per le attività.

Ritrovare la vivacità economica che il nostro paese ha già conosciuto in passato è possibile, ma non è più il tempo di farlo solo attuando una pur necessaria rimodulazione e riduzione delle imposte: oggi è necessaria un’attività strutturata di indirizzo e affiancamento rivolto alle imprese, che devono tornare a crescere in numero e dimensione.

È importante, per esempio, andare incontro alle esigenze di riduzione della TARI espressa dagli operatori economici, potenziando la raccolta differenziata e riducendo i costi di chi produce pochi rifiuti attraverso una tariffazione basata non più sui metri quadri occupati ma sul quantitativo di rifiuti prodotti; sarà altresì importante, specie per i piccoli artigiani, non sentirsi isolati e poco compresi dinnanzi a problemi come quello dello smaltimento dei rifiuti speciali, oneroso e interamente a loro carico.

Il Comune può giocare un ruolo importante e lo può fare solo conoscendo le esigenze del mondo imprenditoriale, anche quelle che non si riescono ancora ad esprimere in modo organizzato e visibile, introducendo a fianco dell’Amministrazione delle figure preparate che fungano da interlocutori e che non necessariamente devono corrispondere sempre al Sindaco o all’Assessore alle attività economiche.

Sono necessari spazi pubblici condivisi a disposizione di imprenditori, artigiani, professionisti, start-up e associazioni di categoria, con la funzione di incubatore di idee e dove fornire servizi, anche in modalità coworking integrato, di formazione, consulenza e orientamento.

Questi strumenti di sviluppo, ove collocati, potranno aiutare a rivitalizzare sia il centro che contribuire al rilancio e alla riqualificazione di alcune zone più periferiche.

Le nostre zone artigianali e industriali rappresentano un importante patrimonio non adeguatamente valorizzato in quanto hanno avuto un ruolo primario nel passaggio da un’economia monosettoriale ad un’economia diversificata.

Queste aree meritano ora di essere oggetto di riqualificazione e ammodernamento attraverso il potenziamento delle reti informatiche, l’installazione di colonnine di ricarica veicoli, la cura e una migliore manutenzione delle strade e del verde, oltre a migliorarne l’accessibilità e il collegamento con la rete viaria, così da renderle più attrattive.

Una particolare attenzione sarà data al grave fenomeno dell’abbandono dei rifiuti che affligge queste zone.

La formazione deve tornare centrale nella cultura d’impresa, restituendo al lavoro manuale il valore che merita, perché l’assenza di manodopera qualificata rappresenta un tappo che ostacola lo sviluppo economico del nostro territorio: pensiamo a un ITS post diploma o ad altri centri di formazione professionale di alto livello vicino a noi, in grado di soddisfare la domanda di figure tecniche specializzate.

L’Area Exp, fiore all’occhiello della nostra comunità (diciamo solo che senza Area Exp non ci sarebbe nemmeno l’attuale aggregazione dei medici di base) può ritrovare una centralità degna del suo prestigio ospitando nuove attività di formazione, di orientamento e rilanciando il settore fieristico con agevolazioni rivolte alle nuove manifestazioni, coordinandole e combinandole con eventi culturali di rilievo per valorizzarne la vocazione aggregativa .

Faremo lavorare il maggior numero possibile di operatori economici, dando priorità alle aziende ceretane e applicando il criterio della rotazione degli incarichi.

VIABILITÀ

Per risolvere la problematica del traffico pesante nel centro del paese bisogna spingere per la realizzazione della variante alla Regionale 10, opera che coinvolge più comuni in sinergia con la Regione Veneto.

Il progetto che si sta portando avanti non è in linea con il nostro pensiero di risparmio del suolo e di limitazione dell’impatto ambientale: occorre operare una revisione dello stesso, che vada a utilizzare anche tratte di strade esistenti.

Considerando, ad esempio, che in parallelo alla variante scorre la direttrice per Bonavicina, di recente realizzazione, tra lo svincolo Palesella-Angiari della SS434 Transpolesana e il comune di San Pietro di Morubio (Vr), si potrebbe avere a disposizione un'arteria stradale funzionale a un’alternativa più economica e molto meno impattante.

È inoltre indispensabile battersi affinché i tempi e le modalità di realizzazione della variante salvaguardino maggiormente gli interessi della nostra città: far partire i lavori da Carceri (Pd) significa farla arrivare a Cerea tra diversi anni, se non decenni; se vogliamo beneficiare in tempi più stretti di questa importante opera, che potrà ridurre sensibilmente il traffico pesante in transito sulle nostre strade, occorrerà dare battaglia affinché gli stralci esecutivi partano anche da Sanguinetto (Vr) in direzione opposta, così che il tratto che interessa Cerea e si congiunge con la SS434 Transpolesana venga alla luce in tempi brevi.

Per intervenire tempestivamente sull’annoso problema del transito dei mezzi di trasporto merci, che affligge in particolar modo il nostro centro cittadino, saranno collocate delle telecamere di dissuasione agli ingressi di Cerea.

UNA SCUOLA A MISURA DI CHI LA VIVE

Consapevoli delle responsabilità che l’ente Comune oggi ha nei confronti dell’istruzione, ci proponiamo di porre la scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile tutelando il diritto allo studio, basilare per il futuro del paese.

L’obiettivo non è solo quello di pensare all’aspetto strutturale degli edifici scolastici, la scuola ha un’anima al suo interno che è data dai ragazzi ed è soprattutto a loro che la nostra Amministrazione dovrà pensare.

La scuola è uno dei primi ambienti fisici e culturali di gruppo, dove coltivare i propri talenti e formare una propria identità grazie alla sinergia che si sviluppa tra enti locali, scuole e genitori, finalizzata alla crescita dei nostri ragazzi.

Lo stretto legame tra le realtà educativo-scolastiche (nido, infanzia, primaria e medie) si manifesta con una costante cooperazione tra di esse al fine di proporre un percorso di “continuità” ai nostri studenti che si finalizza con il progetto orientamento per le scuole superiori.

Occorre puntare sulla riqualificazione degli ambienti scolastici e, ove necessario, sul rifacimento totale delle strutture diventate insicure e inidonee.

Sosteniamo l’importanza di alcune iniziative quali: miglioramento delle strutture scolastiche, riqualificazione degli ambienti esterni dei plessi, monitoraggio sullo stato degli arredi e delle strumentazioni di laboratorio in modo da garantirne adeguatezza ed efficienza, aggiornamento costante dei dispositivi informatici.

Il servizio di trasporto scolastico dovrà essere potenziato ed implementato con personale di bordo che garantisca la sorveglianza e la tutela dei bambini.

Un’importante risorsa della comunità ceretana, poco valorizzata, è la Casa Alpina “Cabrini Bresciani” di Spiazzi: questa potrebbe diventare una preziosa risorsa di aggregazione sociale volta in particolar modo alle comunità scolastiche e alle loro famiglie.

UN NUOVO PATTO VERDE

Quando si parla di futuro si parla soprattutto di sostenibilità ambientale e delle garanzie che dobbiamo costruire a vantaggio delle future generazioni: non si tratta di un’esigenza elitaria o snob bensì del rispetto del nuovo articolo 9 della Costituzione, che introduce nella nostra carta fondamentale la tutela del paesaggio e dell’ambiente promuovendo, a tal fine, la ricerca scientifica che studia le forme e i modi di tutela della biodiversità e degli ecosistemi in generale.

Abbiamo il dovere e la necessità di potenziare il verde urbano, facendolo diventare uno strumento per migliorare la qualità della vita cittadina, aumentando sensibilmente la presenza e la fruibilità delle aree verdi a disposizione della cittadinanza, anche arrivando a ridisegnare alcune zone del nostro paese; si possono riportare polmoni verdi come ad esempio in passato era stato il parco Cabrini, in luogo di edifici inadeguati e obsoleti che possono essere meglio ricostruiti altrove o dei quali possiamo fare a meno, recuperando aree a verde e liberando da cemento e asfalto aree ora congestionate da traffico e smog.

Si dovrà, inoltre, pensare a convertire zone al momento pavimentate e trascurate in aree alberate (nei limiti del possibile) per tramite di progetti arborei semplici ma allo stesso tempo efficaci che diano rinnovata vivibilità e piacere d’incontro (ad esempio il piazzale del mercato, che ci piacerebbe vedere un giorno arredato con la presenza di alberi d’alto fusto generatori di microclima salubre).

Questa riforestazione urbana ci aiuterebbe a compensare la presenza di estese aree commerciali, industriali e logistiche, a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e a rendere più vivibili i nostri quartieri, grazie alla mitigazione del microclima che una seria riforestazione urbana comporta.

La nostra città deve altresì ritrovare il proprio decoro attraverso una sensibile riduzione dei rifiuti abbandonati.

Si potrà anche ragionare sulla opportunità di riportare aree edificabili ad aree agricole (se nel frattempo è venuto meno l’interesse edilizio), in modo da consentire risparmi notevoli sulla tassazione IMU in carico ai proprietari.

Pensiamo inoltre alla ricchezza che oggi i rifiuti possono rappresentare, se gestiti in un’ottica circolare: ci sono grandi e piccole realtà economiche che sapientemente li rendono materia prima per i propri processi produttivi, trasformando una pericolosa ipoteca sul futuro dei nostri figli in opportunità occupazionale.

Creare filiere virtuose di conferimento e differenziazione potrà prevenire l’ormai dilagante fenomeno dell’abbandono indiscriminato dei rifiuti perché un più ampio recupero degli stessi agirà da deterrente nei confronti dei comportamenti incivili e criminali.

Il risultato sarà quello di togliere sporcizia dalla strada, dagli argini e dalle zone industriali, riducendo in modo sensibile i conferimenti in discarica della frazione indifferenziata.

Con riferimento ai centri di raccolta, riteniamo necessario rivedere i criteri di accesso alla struttura puntando ad una maggior fruibilità degli stessi e ad un maggior numero di codici CER conferibili; misure di sorveglianza e sanzionatorie (in coordinamento stretto con le municipalità che insistono sul nostro stesso bacino) colpiranno con severità i soggetti che persevereranno nel commettere comunque questi atti delinquenziali di abbandono.

Il nostro impegno sarà rivolto alla riqualificazione energetica degli edifici privati, di tutti gli edifici pubblici e soprattutto delle scuole, ove non appaia più sensato ricostruirle, attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici e di opportuni sistemi di risparmio energetico (isolamento e recuperatori di calore) per una maggiore sostenibilità sia ambientale che economica.

Studieremo forme di “consulenza istituzionale” per informare e guidare la cittadinanza a cogliere le opportunità di investimento incentivato sul fronte delle energie rinnovabili e soprattutto sul come costituire delle “comunità energetiche” di autoconsumo.

Un ulteriore capitolo di azione, per migliorare la nostra neutralità ecologica, sarà quello che ci vedrà impegnati sul risparmio delle risorse limitate e non rinnovabili: pensiamo alla sempre più scarsa risorsa idrica, compromessa da pratiche industriali scorrette, da irrigazioni dispersive e da inefficienze delle reti acquedottistiche e fognarie.

Consideriamo il consumo di suolo, derivante da nuovi insediamenti industriali e abitativi, per ovviare al quale sarà necessario favorire l’utilizzo del patrimonio esistente di case e capannoni e mettere in atto significative “compensazioni a verde” del nuovo costruito.

Occorre infine difendere l’aria come bene comune, impegnandoci nella lotta alle polveri sottili, alle cattive combustioni di veicoli e caldaie e alle emissioni odorigene di attività industriali e agricole.

C’è poi un momento in cui il benessere ambientale si intreccia indissolubilmente con la salute delle persone: promuovere una mobilità dolce su tutto il territorio comunale e nelle principali vie di collegamento con i comuni limitrofi agisce in via preventiva sul mantenimento di un corretto stile di vita, diventando una delle armi più potenti che abbiamo a disposizione per mantenere l’aria che respiriamo più pulita.

Oltre a mettere in campo incentivi comunali ad hoc (remunerazione dei tragitti fatti in bicicletta per recarsi al lavoro), occorre pensare allo sviluppo, per esempio, di “strade scolastiche” a basso impatto ambientale per incentivare l’accesso sostenibile dei più giovani alle scuole, come potrebbe essere una bretellina di collegamento tra il polo scolastico di via Gandhi e via Mantova.

Il tema dell’accesso sicuro e sostenibile alle scuole è di primaria importanza anche per l’aspetto educativo nei confronti delle giovanissime generazioni, pertanto è prioritario studiare sistemi di viabilità pedonale idonei come il pedibus o zone “car free” nelle immediate prossimità dei plessi scolastici più densamente frequentati.

Anche la mobilità elettrica, che non produce inquinanti nella zona di circolazione, sarà favorita dalla installazione di numerose colonnine di ricarica, con onere ricadente sulla società di erogazione del servizio elettrico, e da attività di promozione e informazione sulla convenienza di tale modalità di trasporto all’insegna della transizione ecologica.

Sono i giovani, sempre più maturi e sensibili nei confronti delle tematiche legate alla sostenibilità, a chiedere con sempre maggior insistenza alle istituzioni, anche comunali, di farsi promotori della “dichiarazione di emergenza climatica e ambientale” in modo da orientare le scelte amministrative della Giunta verso la neutralità climatica e l’impatto zero.

Tale dichiarazione implica la creazione di comitati di quartiere atti ad elaborare proposte di miglioramento e a denunciare possibili inadempienze o atteggiamenti non ecocompatibili.

VICINI ALLE FAMIGLIE

L’aumento dei costi energetici ha colpito duramente imprese e famiglie, per questo ci impegniamo a destinare la metà dell’avanzo di bilancio 2021 a sostegno dei nuclei familiari per fronteggiare i rincari in bolletta.

La pandemia che ci ha coinvolto negli ultimi due anni ci ha restituito un tessuto sociale con divari da colmare e diritti essenziali da difendere e rafforzare; le persone e le famiglie che abitano e che decideranno di abitare in futuro a Cerea necessitano di scuole dove i propri figli possano essere e sentirsi al sicuro e di una disponibilità tale di asili nido e scuole dell’infanzia cui i bambini possano accedere senza imbattersi in graduatorie penalizzanti.

Quando parliamo di tempo pieno nelle scuole non possiamo non parlare anche della condizione delle donne che, silenziosamente, vengono lasciate sole davanti alla sfida sempre più difficile di conciliazione dei tempi lavorativi e famigliari. Occorrono servizi mirati e flessibili per le diverse esigenze di tutte le famiglie, prevedendo anche un potenziamento del servizio di doposcuola grazie al personale qualificato.

L’AMORE PER GLI ANIMALI

La grandezza morale di un paese si può giudicare dal modo in cui tratta gli animali” (Mahatma Gandhi).

Tenerezza, empatia, affetto profondo, scambio di sentimenti e di emozioni… intenso è il legame che unisce gli esseri umani agli altri animali.

Per concretizzare una migliore etica sociale e la diffusa sensibilità animalista, riteniamo necessario che anche il Comune di Cerea, come già tanti altri hanno fatto, sancisca un proprio regolamento per la tutela dei diritti degli animali, in primis il diritto alla vita, al benessere, alla dignità.

Tale Regolamento prevederà la promozione di iniziative educativo-didattiche, la divulgazione di chiare norme per chi detiene animali, il rispetto e la cura degli habitat naturali, le misure preventive alle infestazioni, il controllo sugli allevamenti e sul trasporto di animali vivi, la corretta gestione delle colonie feline, la collaborazione con le associazioni che li proteggono.

Altre voci del Regolamento saranno la proibizione dei botti di capodanno, il rifiuto ad ospitare circhi con animali e l’attento monitoraggio di tutte le manifestazioni che coinvolgono il mondo animale.

Riguardo gli animali d’affezione (spesso ritenuti a tutti gli effetti “componenti della famiglia”) un intento innovativo sarà quello di concordare agevolazioni alle spese veterinarie.

Annoso ed urgente è il problema della sovrappopolazione delle nutrie che affligge le nostre valli: per farvi fronte prenderemo in considerazione progetti già sperimentati in altri comuni e che porteranno alla progressiva e stabile riduzione delle stesse.

SINDACO, PRIMA AUTORITÀ SANITARIA

I servizi sanitari territoriali devono continuare sulla strada avviata dell’ampliamento delle prestazioni e degli spazi che li ospitano presso l’AFT, implementando la telemedicina e potenziando orari e tipologia dei servizi ambulatoriali.

Il Sindaco è la prima autorità sanitaria, la legge pone in capo alle sue funzioni il dovere di rappresentare gli interessi dei propri cittadini, ad esempio attraverso la Conferenza dei Sindaci, organo di pressione all’interno dell’ULSS per incidere sulle scelte in materia di servizi socio sanitari.

Non conoscere il potere del Sindaco in materia sanitaria aumenta la distanza tra istituzioni e cittadini, pensiamo solo alle risorse destinate dal PNRR alla missione salute per potenziare i presidi territoriali, la telemedicina, l’assistenza domiciliare e una vera e compiuta integrazione con i servizi sociali del territorio: queste risorse (20,23 mld di euro a livello nazionale) devono tornare oggetto di definizione e programmazione dei Sindaci.

Il problema non sarà quindi l’arrivo dei fondi, ma la cultura organizzativa e di coordinamento territoriale tra attori che costituiscono l’ossatura dei servizi socio sanitari: per attuare questo cambiamento servirà formazione, perché lavorare insieme è una competenza.

Il rischio, altrimenti, è quello di disperdere il patrimonio rappresentato dalla sanità pubblica, l’unica in grado di contrastare le disparità di trattamento sul fronte della salute e del diritto alla cura.

Le note vicende legate alla contaminazione di falde e terreni da PFAS impongono al Sindaco di agire per garantire la salubrità dell’acqua proveniente sia dall’acquedotto sia da pozzi privati, facendosi parte attiva nel monitoraggio e nell’individuazione di soluzioni a tutela della salute dei cittadini.

POLITICA SOCIALE ATTIVA

La sanità deve essere fortemente integrata con i servizi sociali, che devono essere all’altezza del nuovo scenario segnato dalla crisi, attraverso una ricerca attiva delle situazioni di difficoltà che fino a ieri sembravano lontane dal palesarsi e che coinvolgono una nuova fascia di persone poco avvezze alle richieste di supporto economico.

Il cittadino che più o meno timidamente chiede aiuto non si dovrà mai sentire sbrigativamente liquidato ma accompagnato con chiarezza e puntualità alla ricerca dei servizi attivi sul territorio tra i quali ricordiamo: Sacra Famiglia con consultori e alloggi madre - bambino, Cooperativa Anderlini per le disabilità, Casa De Battisti, Parrocchie molto attive di Cerea e frazioni.

La fascia più fragile ed esposta della società odierna è l’adolescenza, per questo è indispensabile che l’Amministrazione concerti con scuola e famiglia la progettazione di percorsi di prevenzione al disagio dei minori.

I giovani, in particolar modo, necessitano di politiche su misura in grado di favorirne lo spirito di socializzazione, bisognoso di nuovi spazi dopo essere stato messo a dura prova dalla recente pandemia.

La loro esigenza di autonomia abitativa, inoltre, potrà essere soddisfatta mediante il recupero di stabili privati da adibire ad alloggi da destinare alla fascia di età under 35.

Autonomia e qualità della vita sono al centro anche dei progetti di cohousing che potranno coinvolgere la popolazione più anziana, destinataria altresì di servizi domiciliari su misura che andranno potenziati.

In tale ottica appare indispensabile l’ammodernamento e l’efficientamento dell’istituzione socio sanitaria più importante del nostro territorio, la “Casa De Battisti”.

La disabilità deve trovare una risposta pianificata e organizzata attraverso lo strumento dei P.E.B.A. (Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) coordinando tutti gli interventi per l’accessibilità con lo sguardo rivolto a una città davvero inclusiva.

E LA TECNOLOGIA? CEREA PIÙ SMART

In tutto questo, anche la tecnologia smart giocherà un ruolo importante: la trasformazione digitale può rappresentare uno degli strumenti più efficaci per consentire ai cittadini di essere partecipi alla pubblica amministrazione locale, di trovare un dialogo più immediato con le istituzioni, di costituirsi soggetto attivo nella conservazione del patrimonio e del decoro urbano.

Occorre lavorare ad una vera cultura digitale, diffusa, non con iniziative sporadiche e limitate nel tempo e nella partecipazione, perché il rischio è che la tecnologia smart esista solo per pochi eletti e che in luogo di favorire la partecipazione diventi solo un’ulteriore causa di emarginazione sociale.

La città digitale potrà risolvere molti problemi legati alla burocrazia, eliminando inutili code agli sportelli e perdite di tempo per spostamenti che diventeranno inutili (particolare impulso sarà dato alla telemedicina e al primo soccorso da remoto).

Tutto ciò si potrà ottenere attraverso un investimento sulla crescita culturale e tecnica degli addetti alle pratiche comunali e sanitarie e, soprattutto, attraverso la cultura digitale dell’utenza.

Per attivare questi gradi di conoscenza sarà necessario che le nuove generazioni prendano per mano le fasce di utenza meno abili e le portino ad un livello di autonomia soddisfacente per beneficiare della cosiddetta “smart city”; a tal proposito pensiamo che gli studenti delle scuole superiori possano completare il loro ciclo di studi nella fase “alternanza scuola lavoro” per diventare educatori digitali dei propri concittadini.

ATTIVITÀ SPORTIVA

Anche la pratica sportiva, con tutte le implicazioni benefiche per la salute delle persone (in particolare sul fronte infanzia), la socializzazione e un corretto stile di vita, deve avere spazi adeguati per potersi esprimere in modo funzionale e sicuro, come potrebbe essere garantito da un Palazzetto dello Sport, il PalaCerea, cuore di un nuovo polo sportivo in zona Pelaloca al servizio in primis delle società dedite agli sport indoor.

In questo luogo, dove zone verdi, di relax e punti di aggregazione si alterneranno a impianti sportivi, prevediamo anche il potenziamento delle strutture destinate all’atletica, in particolare la pista.

Cerea e le frazioni necessitano anche di piastre polivalenti, che potranno essere utilizzate dalle società sportive ma anche rappresentare luoghi di aggregazione a disposizione di ragazzi e amanti dello sport amatoriale.

Offriremo un maggior supporto a tutte le società sportive nella fase promozionale rivolta ai bambini e ai ragazzi delle scuole primarie; manterremo con loro un confronto costante al fine di monitorare le strutture e assicurare che le loro attività si svolgano in edifici e impianti sicuri, salvaguardando l’immagine e l’importanza della Cerea Sportiva.

È nostra intenzione mettere l’associazionismo sportivo e le altre associazioni presenti sul nostro territorio nelle condizioni di sviluppare proficue sinergie in grado di agevolare forme di collaborazione, con reciproco vantaggio in termini di reperimento delle risorse umane ed economiche necessarie al mantenimento stabile delle loro attività.

CULTURA

Le attività culturali rientrano a pieno titolo nella sfera di ciò che è essenziale per il benessere dei cittadini.

Senza cultura non abbiamo direzione, obiettivi, idee.

La cultura è ovunque, è all’inizio di ogni processo, mette in moto le nostre emozioni e le nostre menti, ci spinge alla ricerca di soluzioni, è il nostro modo di approcciarsi alle sfide del futuro.

Al centro della nostra proposta c’è la trasformazione di Palazzo Bresciani in Via Paride (oggi ampiamente sottoutilizzato) in spazio culturale a tutti gli effetti, valutando la possibilità di farlo diventare la nuova sede della biblioteca comunale, collocando nei suoi locali il Museo dell’Antico Artigianato del Legno, già acquisito e mai allestito dal Comune, o offrendolo come spazio da destinare agli archivi della memoria (collezioni fotografiche e musicali), a esposizioni temporanee, a forme di aggregazione sociale e culturale.

Per quanto riguarda l’Associazione Appio Spagnolo puntiamo ad un pieno utilizzo della struttura e al potenziamento del suo già ampio spettro di attività formative e culturali che ne deriverebbe, senza indietreggiare rispetto alle attività “più in grande” che trovano collocazione naturale in Area Exp.

Musica e teatro trovano nel tessuto della nostra città una naturale vivacità, che merita di incontrare un sostegno convinto da parte dell’ente comunale, con un supporto di tipo organizzativo ed economico, per metterne a sistema le attività e rendere fruibile alla cittadinanza la bellezza che nasce da queste manifestazioni: l’ex stazione ferroviaria potrebbe diventare sede della banda comunale e di chi ama fare musica mentre le compagnie teatrali amatoriali, che lavorano con grande passione, avrebbero diritto alla messa a disposizione di un nuovo teatro comunale, favorendo la nascita di una compagnia ufficiale del Comune.

IL COMUNE, LA NOSTRA CASA

Crediamo in un Comune come luogo realmente vicino ai cittadini, dove nessuno si senta trascurato, con gli uffici ricettivi rispetto alle istanze espresse e l’Amministrazione in grado di garantire una presenza diffusa su tutto il territorio.

Nessuno deve sentirsi ignorato, tagliato fuori da qualcosa di più grande di lui, di troppo complesso o difficile da comprendere, il Comune è l’istituzione naturalmente a noi più vicina e quindi deve assumersi il compito di essere facilitatrice e comprensiva delle nostre istanze.